«RITORNO AL FUTURO / BACK TO THE FUTURE - Elisa» la recensione di Rockol
Recensione del 10 dic 2022 a cura di Claudio Cabona
Fino al 29 dicembre, ripubblichiamo le recensioni dei dischi candidati ai Rockol Awards 2022 nella categoria "Miglior album italiano": è possibile votare qua. Qua invece le candidature per i migliori live.
Elisa ha sconfitto la sua paura più grande, quella di rimanere confinata in uno status. La cantautrice ha lavorato sul doppio album “Ritorno al Futuro/Back to the Future” concependo la musica in modo radicalmente diverso rispetto al passato, aprendosi a collaborazioni inaspettate, alla scrittura su beat, alla realizzazione di brani in condivisione. E lo ha fatto, anche negli episodi più curiosi, con credibilità e a briglie sciolte. Serve coraggio: pochissimi artisti, a 44 anni, se lo possono permettere.
The Weeknd e la sua capacità di surfare fra i generi e fra le epoche, è un punto di riferimento assoluto per la voce di Monfalcone e, ascoltando il nuovo progetto, se ne percepiscono le ragioni. Elisa da sempre è sperimentatrice, anche in passato aprì la sua musica ad altre influenze e contaminazioni, ma sempre legate a un mondo che in qualche modo mostrava tratti simili al suo. Da qualche tempo invece le carte “gioco”, “scoperta” e “imprevisto” sono tornate centrali nel suo percorso.
Nel nuovo progetto, oltre a confermare le sue radici e le sue visioni, punta sulla collettività e sull’eterogeneità: nel doppio album, uno in italiano e l’altro in inglese, si passa da Jovanotti a Mace, da Calcutta a Elodie, e ancora Giorgia, Rkomi, Franco126, DRD, Venerus, Michelangelo, Takagi&Ketra, Don Joe, Roshelle, Andrea Rigonat, Andy, Stevie Aiello, Sixpm, Marz & Zef. Un firmamento di nomi e produzioni che rappresentano una risposta concreta all’isolamento generato dalla pandemia e che di fatto sanciscono un attentato a ogni forma di narcisismo. Non è un caso che il filo conduttore del disco sia l’idea di reagire a questi tempi incerti e spietati.
Elisa in “Ritorno al Futuro/Back to the Future”, a quattro anni da “Diari aperti”, rimane al volante del suo immaginario, si percepisce, non è mai fuori posto, ma a bordo ha portato con sé tanti nomi attingendo dal nuovo pop e anche dall’urban, senza dimenticare vecchi amici e collaboratori. Sul fronte della costruzione del mosaico sonoro, inoltre, ci sono due nomi che alzano ulteriormente il livello: Stevie Aiello, al lavoro con Thirty Seconds to Mars, e Patrick Warren, già con Bob Dylan, Bruce Springsteen, Avril Lavigne. “Ritorno al Futuro/Back to the Future” è una fotografia nitida del passato, del presente e del futuro dell’artista di Monfalcone: c’è l’Elisa di sempre, ma anche quella che nessuno si sarebbe mai aspettato. Quasi trenta brani brani, un doppio mondo da esplorare.
Nel disco in italiano si passa dall’imprevedibile “Seta”, caratterizzata da un suono house e urban, a “Come sei veramente”, intrappolata fra echi passati e suoni più contemporanei.
"A tempo perso" è uno dei gioielli di questa prima parte. C’è il brano sanremese più tradizionale “O forse sei tu”, ma anche “Litoranea”, pezzo che immediatamente si percepisce essere legato al nuovo pop di scuola romana. La penna, infatti, è quella di Calcutta. Il “girl power” di “Luglio”, con Giorgia, Elodie e Roshelle, è nel segno del soul ispirato da Lauryn Hill mentre “Non me ne pento” è una canzone, su base di Don Joe, più dark. “Palla al centro” in qualche modo si ricollega all’elettronica di “Seta” e battezza la collaborazione di Elisa con Jovanotti.
Tante sfumature diverse, tanti pianeti che trovano spazio anche nel disco inglese in cui si passa dalla potenza del sound black di “Show’s rollin’” e “Drink to me” a “I feel it in the Earth”, dove l’Elisa che tutti conosciamo abbraccia idealmente una band che ha sempre amato: Florence + The Machine. “Tears May Roll Down Now" presenta degli archi struggenti, “Fuckin' Believers” è sbigottimento puro: una frullata di rock, Spice Girls e Nicki Minaj. Il viaggio va avanti con un tuffo nell’r&b di “Like I want you” e con “My Mission”, che vede la collaborazione di Andy dei Bluvertigo che, non a caso, omaggia i Depeche Mode.
I riferimenti sono molteplici e il dedalo di volti e sfumature sonore percepite rendono difficile se non impossibile incasellare questo progetto nella discografia di Elisa. Ne rimane indubbiamente coinvolto e influenzato, ma allo stesso tempo sembra volarvi sopra proprio per la diversa spinta propulsiva che l’ha generato. Elisa, una nuova Elisa, ha raccontato il suo momento artistico e di vita come una lunga corsa con lo skateboard, attività che ama: per la prima volta non le interessa dove arriverà, ma vuole divertirsi mentre viaggia.
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