Takashi Murakami: «L'orologio Hublot dedicato ai miei collezionisti»

2023-01-06 14:46:08 By : Mr. Jack Zhang

L'artista giapponese torna a collaborare con la casa orologiera per il Classic Fusion Takashi Murakami Sapphire Rainbow.

La prima volta di Takashi Murakami con Hublot è stata nel gennaio 2021, quando ha presentato il Classic Fusion All Black, incontro del grande classico della casa orologiera con uno dei temi più riconoscibili della sua arte, il fiore sorridente. Un fiore che finalmente svelava la sua natura ambigua, a metà tra allegria e tristezza, grazie al nero nel quale era immerso. Sui petali erano incastonati 456 diamanti neri, sul volto sorridente “soltanto” 107. Con la seconda collaborazione, i petali diventano multicolore come un arcobaleno, ma la sottile inquietudine resta. Classic Fusion Takashi Murakami Sapphire Rainbow è più luminoso ma anche più raro: l’All Black era in duecento esemplari, il Rainbow in cento. Abbastanza pochi per scatenare la corsa di tutti i fan di Murakami ma anche di Hublot, che con la sua Art of Fusion prosegue con le collaborazioni illustri, dopo quelle con Shepard “Obey” Farey, Marc Ferrero, Richard Orlinski e Maxime Plescia-Büchi.

«Ho creato questo orologio pensando ai miei collezionisti», spiega Murakami in collegamento via Zoom, mentre fa roteare il fiore multicolore incastonato nel quadrante dell’orologio. Già, perché il fiore gira come una giostra, grazie a un sofisticato sistema di cuscinetti a sfera. «È il mio mondo kawaii che vuole esprimersi così», dice alludendo alla sua arte, che riprende il culto del carino nel pop giapponese ma lo perverte in maniera sottile, quasi impercettibile. Lo stesso nome del suo movimento artistico, Superflat, tradisce in un mondo bidimensionale, colorato e perennemente sereno, insomma infantile, tutte le angosce nascoste della vita adulta. «Non è soltanto felicità ma non è neanche soltanto tristezza», spiega lui.

E così il mondo illusorio del fiore umanizzato si colora. L’effetto policromo è dato dall’incastonatura di 487 pietre nei colori dell’arcobaleno: rubini, ametiste, tsavoriti, zaffiri rosa, zaffiri blu, zaffiri gialli, zaffiri arancio. Sembra l’inventario dell’intera cassaforte di una maison del lusso, eppure l’effetto è leggero. Un lavoro enorme reso possibile grazie agli ingegneri ultra-specializzati di Hublot, «coloro che davvero sono riusciti a coniugare il mio mondo kawaii con l’alta precisione della manifattura orologiera». Murakami è visibilmente soddisfatto, a giudicare da come accosta continuamente l’orologio al viso nello schermo. Il suo dettaglio preferito, questa volta, è la cassa tagliata nel vetro zaffiro, innovazione tecnologica sperimentata per la prima volta proprio da Hublot. Lo sfondo trasparente permette poi di ammirare sia il lavoro dell’artista che la complessa meccanica degli orologiai. Ecco perché il Rainbow mette insieme due tipi di collezionisti diversi. «Avere questo orologio è come indossare una delle mie opere d’arte», dice Murakami, e in effetti il Classic Fusion Rainbow è la traduzione di un immaginario giocoso in un oggetto lussuoso, un giocattolo pop per pochi, pochissimi adulti. Un po’ come i suoi lavori, dai musei alle collezioni private.

In quest’opera d’arte indossabile gli orologiai di Hublot hanno posto il calibro HUB1214 della maison, senza la funzione cronometro e con movimento a carica automatica con un’autonomia di 72 ore. Alla trasparenza della cassa si accompagna quella del cinturino in caucciù foderato, per uno degli orologi più ariosi mai prodotti da Hublot. «La mia prima visita alla maison a Nyon, in Svizzera, è stata nel 2020», racconta Murakami, «la cosa che mi aveva colpito di più era l’atmosfera molto rilassata in Manifattura, in contrasto con un mondo così ad alta precisione. Nel mio studio è il contrario, c’è un grande caos frenetico». I risultati, però, sono gli stessi: una collezione di opere ad alta precisione ingegneristica, arte che somiglia a industria. E viceversa.

Ma qual era il suo rapporto con gli orologi, prima dell’avventura svizzera? «Il primo me lo aveva regalato mio padre quando ero adolescente. Era uno di quei pezzi economici a imitazione di un Rolex, lo indossavo sempre ma durante un litigio gli dissi che lo odiavo, che non lo volevo. Lui ci rimase molto male. Nel 2021 mio padre è morto, e sono tornato a guardare quell’orologio con occhi diversi. Adesso mi fa sorridere, è un ricordo tenero». Che cos’ha di così affascinante, per un artista, lavorare a un orologio? «L’orologio ha a che vedere con il tempo in due sensi», spiega Murakami, «questo Classic Fusion segna l’ora, è vero, ma non è la sola caratteristica che riguarda il tempo che passa». Cioè? «In quanto oggetto di lusso, questo Hublot non è solo utile, non consente soltanto la lettura del tempo, fa anche pensare alla durata. Un oggetto di lusso non si relaziona soltanto al presente, ma anche a qualcosa di longevo, che dura potenzialmente per sempre. Ha a che vedere con l’eternità». Ci sarà una terza collaborazione con Hublot? Che cosa vorrebbe fare, in quel caso? «Posso solo dire stay tuned», risponde serafico, «ma mi piacerebbe lavorare a un orologio digitale».